I bambini nascono con reazioni emotive come: pianto, frustrazione, fame e dolore. Otto sono le emozioni primarie integrate: rabbia, tristezza, paura, gioia, interesse, sorpresa, disgusto e vergogna. Le emozioni secondarie, come il risentimento e la violenza (che derivano dalla rabbia) o l’ansia (che viene dalla paura), riflettono la nostra reazione emotiva a sentimenti specifici e sono apprese dalle esperienze.

L’educazione emotiva dei bambini

Un bambino punito a causa di un crollo emotivo, per esempio, si sentirà ansioso la prossima volta che si arrabbia. Un bambino ridicolizzato per aver espresso paura, proverà vergogna la prossima volta che si spaventa. È quindi il modo in cui reagiamo alle emozioni dei nostri bambini ad avere un impatto sullo sviluppo della loro intelligenza emotiva. Quando insegniamo ai bambini a identificare e nominare le loro emozioni, diamo loro una struttura che li aiuta a spiegare come si sentono, il che rende più facile per loro affrontare queste emozioni in modo socialmente appropriato. Una buona educazione emotiva facilita un processo di apprendimento nel quale si costruisce la visione del mondo e di noi stessi.
Un primo passo per aiutare il bambino a comprendere e gestire i propri sentimenti è imparare, noi adulti per primi, ad accettare ogni emozioni. Le emozioni non sono giuste o sbagliate, semplicemente sono emozioni. La tristezza e la gioia, la rabbia e l’amore, possono coesistere e sono tutte parti della collezione di esperienze emotive dei bambini. Questo vale per gli adulti ma soprattutto per i bambini, che devono imparare prima a riconoscere e poi a regolare le proprie
emozioni.

L’insegnamento della gestione delle emozioni: un processo che implica tre fasi

  1. • Identificazione delle emozioni da parte dei bambini
  2. • Riconoscimento di ciò che ha scatenato in loro quell’emozione
  3. • La gestione autonoma dell’emozione stessa
Quando insegniamo ai bambini che le loro emozioni sono valide, li aiutiamo a vedere ciò che sentono come normale e gestibile grazie anche ad un ambiente sicuro dove poterle esprimere. Gli adulti, quindi, giocano un ruolo fondamentale nell’aiutare i bambini ad acquisire la capacità di auto-regolazione emotiva. In questo modo è possibile per il bambino sperimentare le emozioni in maniera adattiva e ciò incide positivamente sullo sviluppo del suo senso del sé, sulla salute mentale e sul suo benessere sociale. L’acquisizione della capacità di regolazione emotiva in età evolutiva si configura come un importante fattore di protezione rispetto a diverse problematiche psicopatologiche, migliorando la qualità di vita dei bambini.

Cosa fare allora durante una tempesta emotiva?

E’ importante entrare in sintonia e re-incanalare.
Ricordiamoci sempre che il nostro cervello è composto da due emisferi: il sinistro è logico, linguistico e letterale; il destro è emozionale, non verbale, esperienziale ed autobiografico. Nei bambini piccoli si sviluppa prima l’emisfero destro, che soprattutto nei primi 3 anni di vita è dominante.
  1. Per prima cosa, entriamo in sintonia con loro sul piano emotivo. È probabile che durante un “tempesta emozionale” sia l’emisfero destro ad essere attivato o il suo cervello rettiliano. In quel momento sarebbe del tutto inefficace utilizzare la logica, cercare di far ragionare il bambino e di riportarlo ad un punto di vista più razionale ed equilibrato. Sintonizzarsi vuol dire dunque attivare a nostra volta l’emisfero destro, quello capace di decifrare i segnali non verbali, far sentire il bambino compreso nella sua difficoltà del momento a dominare le emozioni. Questo atteggiamento ha generalmente l’effetto di rassicurarlo e di aiutarlo a rilassarsi. In questa fase anche un contatto fisico può essere utile, a volte persino necessario, per contenere il bambino e le sue emozioni, soprattutto se ci accorgiamo che è molto turbato. Attenzione: sintonizzarsi non vuol dire assecondare o cedere alle richieste del bambino ma soltanto fargli percepire che gli siamo vicini e che capiamo quanto sia difficile per lui avere a che fare con il caos emotivo che sta sperimentando in quel momento.
  2. Quando la tempesta si sarà placata si può ricorrere alla seconda strategia, che è quella di re-incanalare l’emozione tramite l’emisfero sinistro. A questo punto la razionalità e la disciplina tipiche della parte logica del cervello hanno più chance di raggiungere l’obiettivo, spostando l’attenzione e le energie verso una pianificazione razionale e l’utilizzo della logica per la risoluzione del problema. Il disegno e il gioco spontaneo sono ottimo strumenti d’ausilio per una buona educazione emotiva perché i bambini disegnando e giocando esprimono il proprio mondo interno, dando vita alle fantasie e alle paure.

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